Sarà la storica dell’arte Mirella Lovisolo, buschese, a parlare dell’Eremo di Belmonte sabato prossimo 14 novembre al convegno dal titolo “Gli eremiti camaldolesi in Piemonte 1601-1801”.
L’appuntamento è ore le ore 9 al Palazzo Comunale e gli interventi proseguiranno per tutto il girono. Gli altri relatori sono Gianfranco Armando (archivio Segreto vaticano), moderatore, Paolo Cozzo, Università di Torino, Laura Facchin, Università di Verona, Diego Lanzardo, Biblioteca storica di Cherasco, don Massimo Scotto, teologo, Giancarlo Chiarle, Società storica delle Valli di Lanzo, Daniele Bolognini, storico della spiritualità, don Cesare Silva, storico della Chiesa, Gianpaolo Fassino, Università di Pollenzo, Claudio Anselmo, Società storica chivassesse, Pierangelo Gentile, Università di Torino.
A pochi anni dalle celebrazioni del Millenario Camaldolese (1012-2012), il Convegno si propone di gettar luce sulla Congregazione Camaldolese di Piemonte sorta agli inizi del XVII secolo per opera di un eremita di Camaldoli, il beato Alessandro Ceva, di origine piemontese e confessore del duca Carlo Emanuele I, il quale in ringraziamento per la cessazione della peste del 1599, volle far edificare sulle colline di Torino nel 1602, in splendida posizione, l’eremo dedicato al Santo Salvatore.
Il duca scelse, poi, la chiesa a sede dell’Ordine equestre della Santissima Annunziata e nominò gli eremiti cappellani perpetui dell’Ordine, elevando il priore a cappellano maggiore.
Nel corso del Seicento furono fondati altri eremi nei territori ducali al di qua delle Alpi: nel 1614, l’eremo di Belmonte di Busca, che è perciò fra i più antichi, nel 1618 quello di Santa Maria in Selvamaggiore a Cherasco, rifondato nel 1725, e nel 1661 quello di Lanzo Torinese, fondato dal marchese Graneri.
Con il passare degli anni l’eremo di Torino divenne la casamadre della Congregazione Camaldolese di Piemonte e il suo priore divenne “maggiore” della medesima, con diritto ai privilegi abbaziali, potendo fregiare lo stemma della congregazione con le insegne della Santissima Annunziata.
Gli eremi piemontesi si ressero fino alla rivoluzione francese e furono soppressi, tranne quello di Lanzo, nel 1801.
Le diverse relazioni presentate in occasione del convegno sono frutto di ricerche su fonti, in gran parte inedite.