Diciture di vie e piazze senza sigle e numeri romani

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Nessun cambiamento per i cittadini. L'adempimento è necessario in vista dell’attivazione dell’anagrafe nazionale della popolazione residente. Busca ha già provveduto, mentre Comuni ben più dimensionati hanno chiesto una proroga

Data:

11 Gennaio 2017

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L'Istat impone che le nuove diciture di vie e piazze  abbiano numeri scritti in parola  e nomi e cognomi scritti per esteso. In centro città le targhe sostituite pochi anni fa sono già corrette. Le altre potranno rimanere tali
L'Istat impone che le nuove diciture di vie e piazze abbiano numeri scritti in parola e nomi e cognomi scritti per esteso. In centro città le targhe sostituite pochi anni fa sono già corrette. Le altre potranno rimanere tali
Era un adempimento di legge e perciò il Comune di Busca ha già provveduto ad eseguirlo. Stiamo parlando delle disposizioni Istat imposte a tutti i Comuni circa le nuove diciture di vie e piazze che contengono numeri, nomi di persone e parole abbreviate, le quali d’ora in poi devono essere scritte sempre per esteso, non senza effetti a volte paradossali...

Non ci sono più i numeri romani e i personaggi devono sempre avere nome e cognome (corso Giovanni ventitreesimo, via Umberto primo, piazza Dante Alighieri). Si tratta di un cambiamento della denominazione e non di variazione di toponomastica e riguarda esclusivamente l’aggiornamento degli archivi elettronici dell’anagrafe. Non è necessario rifare patente o carta d’identità, neppure i cartelli stradali saranno cambiati. Al cittadino non si chiede alcuna modifica, soltanto sui documenti nuovi comparirà la nuova dicitura e, in alcuni casi, servirà di sicuro… maggiore spazio.

“Capisco – afferma il responsabile dell’ufficio anagrafe, Silvio Armando -  che dal punto di vista del cittadino certe regole possano risultare strane e anche far sorridere. Il fatto è che l’adempimento è necessario in vista dell’attivazione dell’ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente),  che presuppone che tutti usino le stesse regole, per potersi interfacciare correttamente”.
 
Busca ha già provveduto, mentre Comuni ben più dimensionati hanno chiesto una proroga al ministero perché non hanno ancora avviato le procedure.
 
“Penso sia giusto sottolineare – dice il sindaco, Marco Gallo –   il lavoro svolto dagi  uffici, i quali , nonostante la carenza di organico, sono sempre fra i primi a rispondere alle richieste di aggiornamento. Ricordo, per esempio, che il nostro era già stato selezionato tra i 25 comuni pilota d'Italia per l’anagrafe elettronica, ossia la banca dati centralizzata nella quale dovranno man mano  confluire i database di tutti gli ottomila Comuni italiani. A Busca, solo Comune piemontese oltre a Torino,  la fase sperimentale è cominciata nei primi mesi del 2016 e dallo scorso settembre abbiamo attivato la carta d’identità  elettronica 3.0”.



 

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